Escola Lul·lística de Mallorca

Maioricensis Schola Lullistica

 


   
  Darrer volum publicat: 57 (2017)
 

 

 

E. Pistolesi, Dalla sensibilità all'intelletto: osservazioni sull'allegoria nel Llibre de contemplació.  Studia Lulliana 57 (2017) 63-96.

 

Parole chiave
Llibre de contemplació, esegesi medievale, allegoria


Key words
Llibre de contemplació, medieval exegesis, allegory


Riassunto
La lettura dei capitoli 352-357 del Llibre de contemplació ha privilegiato il ruolo dell’allegoria, intesa secondo l’accezione codificata nella retorica e nell’ermeneutica biblica. Seguendo le indicazioni lulliane, si osserva che essa è solo una componente del nuovo metodo interpretativo, dimostrativo e compositivo elaborato in questa sezione, un metodo che Llull qualifica costantemente come moral. Sulla polisemia di questa parola si fonda il raccordo tra esegesi (con exposició moral si identifica la topologia; exposició moral entel·lectual comprende tutti i sensi superiori a quello letterale), operazioni delle potenze e morale intesa come esercizio dei vizi e delle virtù. Nel disegnare il percorso che porta alla contemplazione, Llull ricorre anche alla terminologia coeva sottoponendola però a una traduzione costante che riguarda sia il significato, attraverso le definizioni, sia l’applicazione concreta. In luogo di una «teoria
e pratica dell’allegoria» dovremmo parlare di «una teoria e pratica dell’art moral» che ha nell’analogia il proprio fondamento.


Abstract
Interpretations of chapters 352-357 of the Llibre de Contemplació have given a privileged
place to the role of allegory according to the sense codified in rhetoric and Biblical
hermeneutics. Following Lullian indications one sees that this is only one component
of a new interpretative, demonstrative and compositional method developed in this section, a method which Llull insistently qualifies as moral. The polysemy of this word is based on the connection with exegesis (exposició moral is identified with topology; exposició moral entel·lectual includes all the superior senses as well as the literal one), on the operations of the powers and morality understood as the exercise of the vices and the virtues. In designing the path leading to contemplation, Llull has recourse to contemporary terminology, submitting it, however, to a constant translation with regard either to the signification, by means of definitions, or to the use of concrete applications. Instead of a “theory and practice of allegory” we should speak of “a theory and practice of an art moral” which finds its basic foundation in analogy.


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